Questo rapporto è stato preparato sulla base di fonti ad accesso pubblico attualmente nella disponibilità della International Protection of Human Rights Legal Clinic del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre a fronte di predeterminati limiti temporali.
Nota orientativa sulle domande d’asilo riguardanti la mutilazione genitale femminile
Le presenti Linee Guida, adottate nella prima edizione nel 2016, sono state elaborate nell’ambito del progetto della Commissione Nazionale per il diritto di asilo e dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati - UNHCR “Meccanismi di coordinamento per le vittime di tratta”, volto all’individuazione di procedure standard per una corretta identificazione delle vittime di tratta nel corso del riconoscimento della protezione internazionale nonché per l’intervento coordinato delle Istituzioni e dei soggetti coinvolti.
Il permesso di soggiorno per motivi familiari è regolato dall’art. 30 D.lgs. 286/1998 e può essere rilasciato a...
Il permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo può essere rilasciato al cittadino straniero in possesso, da almeno 5 anni di un permesso di soggiorno in corso di validità, a condizione che dimostri la disponibilità di un reddito minimo non inferiore all’assegno sociale annuo e che dimostri adeguata conoscenza della lingua italiana.
La Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (c.d. Convenzione di Istanbul) emanata ad Istanbul l’11.05.201 e ratificata dall’Italia con l. 77/2013, definisce violenza domestica come “tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima”.
Sempre più frequentemente accade che le domande di cittadinanza vengano dichiarate inammissibili solamente attraverso una comunicazione automatica generata dal sistema della
Prefettura prima ancora dell’assegnazione del codice K10 e, di conseguenza, senza alcuna valutazione istruttoria.
La norma di riferimento in materia di cittadinanza iure sanguinis è l’art. 1 della l. 91/92 secondo il quale “è cittadino italiano per nascita il figlio di padre o di madre cittadini”.
La concessione della cittadinanza per naturalizzazione, pur in presenza di tutti i requisiti di legge, non costituisce un atto dovuto ma, al contrario, un atto di c.d. “alta amministrazione” nel quale la Pubblica Amministrazione conserva un margine di discrezionalità piuttosto ampio nel decidere se concedere la cittadinanza o meno.
La legge 91/92 prevede che la domanda di cittadinanza, sia per matrimonio che per residenza, può essere rigettata in caso...